lunedì 1 settembre 2014

Lunedì 22 Settembre riapre la palestra Independiente

Lunedì 22 Settembre 2014 riapre la Palestra Independiente presso il Bocciodromo. Ci sarà una settimana di lezione di prova gratuita. Per quanto riguarda le arti marziali confermiamo Muay Thai, Karate e Tai Chi. Per perfezionare la tecnica pugilistica la scuola di Muay Thai assieme al settore Muay Thai della Uisp organizza lezioni settimanali il martedì e giovedì.Riprendono anche i corsi di  Ginnastica Propedeutica per bambini e il corso di Breakdance, che al giovedì sarà dedicato all'hip Hop.
Ecco nei dettagli l'orario settimanale completo:

LUNEDI'
ore 16.45-17.45: GINNASTICA PROPEDEUTICA
ore 19.30-21.30: MUAY THAI

MARTEDI'
ore 17.30-18.45: BREAKDANCE 
ore 18.45-20.45: GINNASTICA PREPUGILISTICA
ore 20.45-22.45: KARATE

MERCOLEDI'

ore 19.30-21.30: MUAY THAI

GIOVEDI' 
ore 17.30-18.45: HIP HOP
ore 18.45-20.45: GINNASTICA PREPUGILISTICA
ore 20.45-22.45: KARATE

VENERDI' 
ore 18.30-20.00: TAI CHI/QI GONG
ore 20.15-22.00: MUAY THAI

Ecco una breve descrizione dei corsi:

Vlado!

Oggi il consueto appuntamento settimanale con le nostre pillole di giornalismo disegnato lascia spazio a una pubblicazione più corposa: l’ebook gratuito Vlado, il Brasile dalle lotte di ieri a quelle di oggi, la prima prova “a fumetti” di Ivan Grozny (già autore insieme a Mauro Valeri di Ladri di Sport, uscito per Agenzia X a maggio 2014, e redattore di sherwood.it) e gli esordienti Giovanni BattistinAlberto RizziMarco Bellotto.
Un ebook per affrontare i Mondiali in Brasile da un’ottica critica e consapevole, attraverso la biografia di un coraggioso giornalista nota a tutti in Brasile ma di cui in Europa si conosce poco. Anche perché mai come in questo caso, conoscere significa prendere posizione.
Scarica l’ebook gratuito (pdf, 8.6 mb):
Vlado, il Brasile dalle proteste di ieri a quelle di oggi
Buona lettura!

Que se vayan todos

Non è solo il calcio, o meglio è il calcio. Accostare la morte di Ciro Esposito con l'ennesimo fallimento della spedizione azzurra alla Coppa del Mondo può sembrare un azzardo, una mancanza di sensibilità e tatto. Invece quello a cui abbiamo assistito dal 3 Maggio a oggi non è altro che la sintesi chiara delle condizioni in cui è messo il calcio italiano. Stadi vuoti e fatiscenti frutto di speculazioni e ruberie (Italia ’90…), militarizzazione e leggi repressive ai danni dei pochi che allo stadio vorrebbero ancora andare, un campionato di basso livello che solitamente a Gennaio è già finito. Le scommesse e le partite combinate. E i morti, come Ciro Esposito appunto. Il calcio, chi lo governa, non ha mai saputo da solo creare un sistema di autodifesa da qualsiasi negativo agente esterno. E’ autoreferenziale e chiuso in se stesso. Razzista, lo dimostra ogni giorno di più, sessista e precluso alle voci fuori dal coro. Si difende come un circolo chiuso, una proprietà privata. Ma è anche inutile aprire qui l’elenco delle nefandezze e degli errori compiuti in questi anni arrancando coi decreti di emergenza miranti a tamponare falle incolmabili. Orrori.
Per rispetto a Ciro e all'intelligenza di tutti non torniamo sul fatto che un nazista va in giro armato dopo essersi creato proprio grazie al calcio una "nuova" identità. Un pò come i gerarchi dei regimi latino americani che si riciclano nelle federazioni sportive. La voglia di un calcio includente, che non si domanda da dove e di che genere sia chi lo pratica, un calcio che ogni domenica è realtà nei campi di Lecce e Firenze, Roma ed Ancona, Padova e Vicenza, Bologna e Napoli, Genova, Taranto e un sacco di altre città è più che una realtà. Il proliferare di polisportive popolari e squadre è la risposta a uno sport che non ha più un futuro se non questo e che si trincera in fortezze militarizzate dove perfino il racconto di ciò che accade è omertoso. Dove si cerca di mostrare ciò che non è, con la faccia tosta di chi sa che tanto va bene così. Media collusi con un sistema che si auto alimenta, si commenta e si processa da solo. Ma al lunedì soltanto, s’intende.
Il calcio che vogliamo noi è di parte. Partigiano anzi. Perché resiste e contrattacca, rilancia e propone alternative possibili, vere, che sono destinate a crescere e proliferare. Questo è lo sport vero, altro che…Se pensiamo poi che gli sport olimpici sono in mano alle forze armate, che il CONI è un baraccone e che lo sport italiano è legato alla stessa gente da sempre rimane una sola strada percorribile: que se vayan todos.
E capiamoci, è la morte di Ciro che inesorabilmente indica di che malattia è vittima il Dio pallone, non l’uscita da un mondiale.

Kein Fussball den faschisten

“Kein Fussball den Faschisten”.
Questa è la scritta a caratteri cubitali che trovate su una delle due tribune, quando entrate all'interno del Millerntor, lo stadio del Sankt Pauli. Per un momento provate a cancellare dalla vostra mente recinzioni, reti divisorie, tornelli, tessere del tifoso, presidenti affaristi ed ululati razzisti e provate ad immaginare che i tifosi siano una parte fondamentale attiva di un club e che tra la squadra e il quartiere ci sia un legame talmente forte da diventare veramente un bene comune della comunità.
Questo è quello che si percepisce a pelle, appena siamo scesi dai pulmini, mentre con ancora i bagagli in mano entravamo nello spiazzo sotto lo stadio, il luogo dove c'erano le tende del campeggio dell'Antira Tournament.

Per tutta la tre giorni si è respirata un'atmosfera, che, lì tra i gradoni pieni di adesivi e i murales antirazzisti e antiomofobi, il calcio sia veramente dei tifosi. Inoltre l'impeccabile organizzazione teutonica metteva in evidenza come le varie anime della tifoseria del Sankt Pauli fossero protagoniste attive non solo nello svolgimento del torneo, ma anche dei progetti sociali, che ad esempio il Fanladen sviluppa attraverso il calcio (uno su tutti, la scuola calcio per i bambini che non possono permettersi le rette delle altre scuole calcio), e delle lotte politiche che attraversano la città di Amburgo, a partire dalla lotta con i rifugiati “Lampedusa in Hamburg” per richiedere maggiore accoglienza e dignità fino ad arrivare alle lotte contro la gentrificazione e il diritto alla città portate avanti dal centro sociale Rote Flora.

Mentre nel calcio italiano si tende a sottolineare come calcio e politica siano cose separate, qui invece il legame è forte e praticamente lo stadio diventa quindi una “piazza” del quartiere, dove portare determinate lotte attraverso l'esposizione di striscioni oppure portando allo stadio i rifugiati, perchè parlando allo stadio intero è come se si parlasse al quartiere. Infatti se si cammina per le vie di Sankt Pauli, tra le occupazioni di case lungo l'Elba, Paulinen Platz e il Jolly Roger (lo storico pub, dove l'arredamento è composto dalle sciarpe e dagli adesivi di tifoserie di tutta Europa attaccati ovunque), il teschio simbolo della squadra lo trovi dapertutto e perfino i “kebabbari” hanno magliette e sciarpe bianco-marroni alle pareti.

L'Antira Tournament riflette tutto ciò. A partire dal programma, dove giustamente gli organizzatori hanno voluto dare centralità ai workshop e alle battaglie politiche della città di Amburgo. Infatti il torneo, iniziato venerdì, è stato sospeso il sabato proprio per dare spazio alla discussione.
I workshop erano sulla presenza nazista nelle curve, sui rifugiati e poi nel pomeriggio si è tenuta l'amichevole tra i rifugiati di Lampedusa e Antira All Stars team. Inoltre per tutta la tre giorni all'interno della curva sud e la tribuna è stata organizzata un'esposizione di street-art con vari artisti internazionali a cura dell'organizzazione “Viva con Agua” che sostiene vari progetti di potabilizzazione dell'acqua in giro per il mondo.

In mezzo a tutto ciò, c'è stato anche il torneo di calcio, che si giocava dentro lo stadio sul terreno di gioco dove gioca settimanalmente il Sankt Pauli ed era diviso tra torneo maschile e femminile. Lo schema era quello classico dei tornei non-competitivi con dei gironi e poi le fasi finali. Tutte le squadre erano composte da due realtà e quindi noi di Sportallarovescia abbiamo giocato assieme a un gruppo di tifosi del Werder Brema e siamo arrivati quinti. Come nella tradizione dell'Antira Tournament ogni squadra porta un premio e noi abbiamo vinto una cassa di preziose bottiglie di birra. Il modo migliore per brindare tutti assieme prima di rimettersi in viaggio verso l'Italia.



Un pilastro della Muay Thai

La settima giornata del Thai Culture Tournament Uisp fa tappa di nuovo a Bologna, coincidendo con il “Pilastro On Fire”, appuntamento fisso ormai da alcuni anni organizzato dalla Thaigym Bologna nella palestra “Le Torri” nel quartiere del Pilastro.

La palestra si inserisce in parco inserito tra le case popolari di un quartiere multietnico bolognese. A godersi un po' di ombra sotto gli alberi puoi trovare anziane signore bolognesi con la propria sedia, donne nordafricane che portano a passeggio i propri figli, bambini che giocano a calcio, uomini e donne rom vicino ad un chioschetto bar.
La scelta azzeccata di mantenere l'ingresso gratuito in palestra ha permesso il fatto che gli spettatori presenti agli incontri riflettessero questa composizione multietnica ed estremamente eterogenea. Infatti oltre all'abituale pubblico composto da appassionati, amici e parenti degli atleti, all'interno della palestra trovavi tanti ragazzini migranti di seconda generazione e ragazze e donne rom. Onestamente ad un evento sportivo di qualsiasi genere è difficile trovare una composizione così variegata e forse ciò fa riflettere come anche l'alto prezzo dei biglietti degli stadi o dei palazzetti sia una forma di esclusione e forte limite di accesso, in questo caso non tanto alla pratica sportiva, ma alla condivisione di quella magia e di quelle emozioni, che solo la presenza dal vivo ad un evento sportivo ti può dare.
E tante sono state le emozioni percepite in questa serata, grazie alla spettacolarità e l'ottimo livello tecnico degli incontri; al tifo, che diventava caliente quando a salire sul ring erano atleti “di casa” oppure in caso di “derby” tra palestre bolognesi; alla location che riecheggiava atmosfere d'altri tempi, sempre all'interno di un clima di rispetto reciproco.
Altro dato interessante è stato la presenza di nuove palestre, soprattutto dell'Emilia Romagna, tra Parma e Forlimpopoli, aumentando quindi il numero di realtà che hanno attraversato il Thai Culture Tournament.
Questa gran giornata di Muay Thai ha dimostrato ancora una volta di essere un elemento fondamentale e basilare del calendario italiano di eventi di questa disciplina.
Un pilastro, appunto.

Antira Torunament Sankt Pauli 10th edition

Qualche cenno storico su Sankt Pauli
…Il Covo dei Pirati esiste ancora e si trova a Sankt Pauli, il quartiere di Amburgo dove i Beatles cominciarono a farsi conoscere al mondo, altro che Opéra o Greenvich Village. Fù inospitale fino al diciassettesimo secolo, quando affluirono i cordai, artigiani esperti nella costruzione delle reti da pesca, da li a poco Sankt Pauli, dal nome della chiesa che la città di Amburgo vi fece costruire, divenne un brulicare di navi, marinai, prostitute e via vai di humus umano.
La sua storia e il suo presente fanno di St.Pauli la sintesi di mille sfaccettature: il porto, le case occupate, i numerosi club di musica alternativa, il quartiere a luci rosse e l’enorme presenza di immigrati. Lo stadio di calcio del St. Pauli è unanimamente riconosciuto come il luogo di raccolta di queste differenti anime, tutte accomunate però dal sentimento di ribellione. Il simbolo ufficiale del St.Pauli è un teschio. C’è chi sostiene che tale effigie provenga dagli ambienti dell’autonomia di Amburgo che negli anni ’70, era già impegnata nella lotta per le occupazioni degli edifici e case abbandonate della Hafenstrasse e chi, più romanticamente, fa risalire la leggenda di un pirata di Amburgo, Klaus Stortebeker, che rubava ai ricchi per dare ai poveri della città.

Che il Sankt Pauli Football Club non sia una semplice squadra di calcio, se ne accorsero, fin dagli anni ‘30, anche i collaboratori nazisti di Hitler, che ammonirono la popolazione teutonica con lo slogan: “Tedeschi difendetevi, non andate a vedere il Sankt Pauli!”…Il quartiere di Sankt Pauli ha mantenuto fede a questo slogan, vietando l’ingresso non solo allo stadio, ma in tutto il quartiere, a simbologie e vesilli nazisti o fascisti.
Pur non avendo un palmares invidiabile, i colori del St.Pauli (il bianco e il marrone) sono costantemente seguiti da migliaia di tifosi e simpatizzanti, non solo nella città di Amburgo ma in tutta Europa. Lo spettacolo che si presenta agli occhi di un tifoso occasionale, la prima volta che mette piede al Millerntor è sicuramente “formativo”. 
Sulle tribune del Millerntor-Stadion si riversa la varia umanità del quartiere e tutti quelli che si sentono dalla parte “diversa” del calcio milionario. Il St. Pauli è stato il primo club a giocare contro la nazionale di Cuba per solidarietà, organizzando anche un Mondiale per le Nazioni inesistenti e un torneo per rifugiati politici. Controcorrente in tutto, il St. Pauli non ha mai fatto drammi per gli scarsi risultati sportivi (solo tre promozioni in Bundesliga, alla fine della stagione 2010/2011 è tornato in Zweite), tenendo invece fede al suo spirito: niente sponsor che vogliono lucrare ai danni dei più deboli, niente magnati arabi, niente padroni…autogestione, in pratica. Sono i tifosi a dettare la linea al presidente Stefan Orth, e ad avallare gli acquisti. Sono stati i tifosi, anticipando l’idea dell’Ambrì, a salvare il club dalla bancarotta, qualche anno addietro, stampando 140.000 t-shirt col teschio e le ossa incrociate, vendute in sei settimane.
Antira Tournament Sankt Pauli 2014 - 10th edition - 
Quest’anno il torneo si terrà all’interno del Millerntor-Stadion di Sankt Pauli, da qualche anno restaurato e riconsegnato al quartiere. Oltre allo stadio la manifestazione coinvolgerà molte realtà del quartiere portuale di Amburgo, dallo storico pub Jolly Roger al centro sociale Rote Flora, quest’ultimo messo sotto attacco dalla gentrificazione e speculazione edilizia, si rese protagonista alcuni mesi fa di una mobilitazione cittadina che rivendicava il “diritto alla città”. L’Antira Tournament arrivato alla decima edizione, riconosciuto da tutti come il torneo di tifoserie antirazzista e antifascista più importante e famoso d’Europa, si pone come obiettivo quello di far coesistere assieme realtà provenienti dal mondo ultras di mezza Europa, da Tel Aviv a Manchester, da Bordeaux a Minsk, con associazioni che guardano allo sport come forma di coesione, aggregazione e veicolo di diffusione di una cultura antirazzista, anti omofoba, includente, solidale, che trovi nello sport uno strumento che parli direttamente alle persone abbattendo le barriere discriminatorie. 
Per questi motivi noi di Sportallarovescia.it abbiamo deciso di partecipare a questa tre giorni sia sportivamente, organizzando la squadra di calcetto che parteciperà al torneo, sia politicamente portando la nostra esperienza con la campagna NoDiSex all’interno dei workshop organizzati. Cercare di apprendere quanto più possibile da una realtà forte e radicata nel territorio come quella di Sankt Pauli, è una prerogativa che ci poniamo; per conoscere altre realtà europee e costruire delle relazioni che si basino su progettualità e azioni che un domani potremmo riportare nei nostri territori.
Cenni storici tratti da: www.stpauli.it 
Per maggiori info: www.facebook.com/antirastpauli

Col sorriso sulle labbra

Sabato 22 Marzo è partito dalla Palestra Independiente del Cs Bocciodromo di Vicenza il primo “Thai Culture Tournament”, ossia il tentativo di costruire un campionato in più tappe sul modello tradizionale thailandese da parte del settore Muay Thai della Uisp.

Concretamente l'idea è quella che ogni tappa di questo campionato si svolga in date importanti per la cultura thailandese. Un modo per mescolare e mantenere uniti gli aspetti più sportivi a quelli culturali. Infatti la tappa di Vicenza è stata dedicata a Nai Khanom Tom, la cui festa cade il 17 Marzo. Leggenda narra che nel 1767 fu fatto prigioniero dalle truppe d'invasione birmane. In Birmania fu chiamato a combattere contro il campione birmano di Lethwei per vedere quale arte fosse superiore. Nai Khanom Tom vinse questo incontro e il re birmano gli chiese di sfidare altri nove campioni birmani, che furono tutti sconfitti. In seguito a questo risultato il re decise di concedere la libertà a Nai Khanom Tom.
Dopo questa doverosa premessa storica, veniamo alla giornata di Vicenza. Erano presenti 7 palestre: Palestra Independiente di Vicenza, Wat Muay Thai Padova, Palestra Popolare Antirazzista Brescia, Palestra Popolare Tpo Bologna, Thai Gym Bologna, Muay Thai Imola e Popolare Macerata.
La caratteristica di questa manifestazione è che vede confrontarsi palestre non solo popolari e che, soprattutto, a differenza delle altre federazioni, la partecipazione non è riservata esclusivamente a palestre iscritte all'ente o federazione organizzatrice, in questo caso la Uisp. In questo modo esperienze non federate si possono confrontare anche con realtà federate e viceversa.

Ci sono stati 13 incontri di Muay Thai a contatto pieno, 11 maschili e 2 femminili. Il campionato è costruito in modo tale che ci sia principalmente spazio per l'ambito amatoriale, ossia per chi, con tutte le protezioni del caso, ha poca esperienza di incontri alle spalle e poi che ci siano degli incontri assimilabili alla classe C, quindi di livello tecnico più alto, riservati ad atleti più esperti. Per quanto riguarda la tappa vicentina, 11 match da 3 round da 2 minuti con le protezioni e 2 incontri “clou” senza paratibie e caschetto da 5 round da 2 minuti.
La quasi totalità di incontri amatoriali risponde all'idea di rendere sempre più accessibile il confronto sul ring e la giornata di Vicenza ha mostrato che con impegno e sacrificio tutti possono farcela. Vanno menzionate ad esempio Livia di Muay Thai Imola che a 41 anni ha sfidato Elisa di Vicenza di 33 anni oppure il derby over 35 tra Vicenza e Padova tra Efre e Fabio.
Tutti i match sono stati anticipati dal saluto di ogni atleta verso un piccolo altare per Nai Khanom Tom e dall'esecuzione della Ram Muay, l'antica danza dei guerrieri thai. Sono stati seguiti con attenzione dalle 200 persone presenti, che hanno creato un'atmosfera calda, soprattutto quando a salire sul ring erano atleti e atlete di casa.
Il momento clou della serata sono stati gli ultimi due match. Il primo tra Mattia Carmina di Thai Gym Bologna e Giacomo Nobile di Wat Muay Thai Padova. Il match di ottimo livello tecnico è stato vinto dall'atleta bolognese, ma ad infiammare il pubblico è stato l'ultimo incontro tra Enrico Asnicar della Palestra Independiente di Vicenza e Francesco Geluardi della Thai Gym Bologna. E' stato un match combattutissimo ed a tratti spettacolare, dove entrambi hanno dato tutto. Anche se il pubblico di casa sperava in una vittoria di Enrico, il verdetto dei giudici è stato di parità.
Al termine dei match, come nella migliore tradizione del terzo tempo del rugby, atleti, istruttori, giudici ed arbitro si sono seduti tutti a tavola per mangiare e bere assieme. Questo, a sottolineare che si possono praticare gli sport da combattimento a buon livello senza esclusione di colpi sul ring, ma all'interno di clima quasi familiare e di rispetto reciproco.
E Vicenza ha dimostrato che è possibile farlo col sorriso sulle labbra, nonostante la fatica e i colpi dati ed incassati.

Quando il ring diventa veramente per tutti

Sabato 7 Dicembre si è svolta alla Palestra Independiente del Cs Bocciodromo di Vicenza la prima edizione del “Muay Thai Release Party”, evento organizzato all'interno del settore Muay Thai ADO Uisp.
 La Muay Thai è l'arte marziale thailandese, creata dagli antichi guerrieri thailandesi da utilizzare in battaglia nel caso in cui ci si trovi costretti a combattere senza armi. Di conseguenza prevede l'utilizzo di gomitate, ginocchiate, calci ed ovviamente pugni. A prima vista può sembrare una disciplina molto violenta “solo per duri”, in realtà come tutte le altre arti marziali è fondamentale per imparare a controllare l'uso della forza. Inoltre la Muay Thai nasce da un popolo pacifico che non è mai stato aggressore, ma storicamente sempre aggredito, quindi si è sempre tramandata in un'ottica di legittima difesa.
Il problema nasce però nel momento in cui viene insegnata. Come nella boxe, in molte palestre, soprattutto quelle casualmente gestite da personaggi legati all'estrema destra, la Muay Thai viene utilizzata per trasmettere l'annientamento del nemico da distruggere. Molte volte per aumentare il prestigio della propria palestra, gli istruttori mandano sul ring atleti che non sono ancora pronti ad affrontare un incontro. E' la filosofia del “dilettanti allo sbaraglio”.

Da anni all'interno delle palestre popolari si cerca di portare avanti un'idea degli sport da combattimento alternativa. Per esempio per quanto riguarda la Muay Thai, durante gli allenamenti si insegna l'antica e rituale danza del guerriero, ai “middle-kick” scaricati sul sacco si alternano momenti di approfondimento sulla cultura e sulla filosofia thai. Per quanto riguarda la pugilato si portano avanti le parole ad esempio di MandelaBoxe è egualitaria. Sul ring ricchezza, età, colore della pelle sono irrilevanti. Ma più che il combattimento, a me piace l'allenamento regolare e costante, l'esercizio fisico che la mattina dopo ti fa sentire fresco e rinvigorito”.


Muay Thai Release Party” nasce per provare a declinare lo “Sportpertutti” agli sport di combattimento, diventando quindi “Ringpertutti”. Ringpertutti” non significa mandare sul ring atleti dilettanti allo sbaraglio, ma il suo opposto, ossia dare la possibilità a chiunque di provare l'esperienza del ring e le emozioni di un incontro,a prescindere dall'età, dal livello di bravura e dal sesso. Ovviamente tutto questo in un contesto completamente estraneo all'annientamento del nemico. Per scelta quindi, niente incontri spettacolari tra atleti con esperienza alle spalle, niente grandi nomi o professionisti, ma incontri solo tra persone che salivano per la prima (o massimo seconda) volta sul ring. E' l'idea del “Release Party” di un gruppo musicale applicato alle arti marziali.

Ci sono stati due incontri dimostrativi di pugiliato tra “Palestra Independiente” e “Palestra Popolare Tpo” di Bologna e poi quasi una ventina di incontri di Muay Thai tra “Palestra Independiente Vicenza” e “I Cinque Elementi Padova”. Anche se alla fine dell'incontro i giudici decretavano il vincitore, il premio era uguale per tutti: un piatto di pasta da mangiare tutti assieme a match terminati. La vera vittoria della giornata era essere riusciti a rimanere sul ring fino alla fine anche se si aveva più di 50 anni oppure anche se a sfidarsi erano un ragazzo e una ragazza. Con questa giornata si voleva dimostrare che è possibile salire sul ring, anche se non si è dei professionisti e soprattutto senza essere mandati allo sbaraglio a prendere mazzate tutto il tempo.
Il sogno è quello di creare un circuito “amatoriale” (non dal punto di vista organizzativo si intende), dove chi non ha le qualità o non se la sente di cimentarsi in un ambito ufficiale o di federazione, può comunque avere delle occasioni per mettersi in gioco sul ring.
Un primo passo è stato fatto.