martedì 19 aprile 2011

Ritiro immediato delle diffide per Cittadella-Vicenza!

La Polisportiva Independiente esprime la totale contrarietà e chiede il ritiro delle diffide notificate a otto tifosi vicentini per i fatti di Cittadella-Vicenza del febbraio scorso.
Oltre ad essere sensibili a tematiche come la lotta contro il razzismo e il rifiuto del calcio-business, non possiamo rimanere in silenzio di fronte agli atti repressivi che avvengono attorno al fenomeno ultrà, perchè molte volte rappresentano il laboratorio di sperimentazione di pratiche di controllo che vengono estese gradualmente a tutta la società.
Limitare la libertà personale per via amministrativa (cioè diffidare) è un attacco alla democrazia in sè, limitare la libertà personale di una persona per aver cantato un coro è ancora più grave e non può essere accettato. Ci troviamo di fronte a un potere discrezionale nelle mani delle forze dell'ordine, che va assolutamente arginato.
Non è una questione di garantire la possibilità di fare a botte o di saccheggiare una città impuniti, perchè Cittadella-Vicenza non è mai stata  una partita a rischio incidenti, non essendoci nessuna rivalità tra le opposte tifoserie.
Una gestione dell'ordine pubblico efficiente richiede dialogo, equilibrio e riduzione di tutti i fattori che possono alzare la tensione. I tifosi vicentini a Cittadella hanno vissuto l'esatto opposto: perquisizioni esagerate, atteggiamenti di sfida e provocazione continua da parte delle forze dell'ordine. Infatti ad alcuni tifosi è stato impedito di entrare allo stadio, perchè indossavano magliette ritenute evidentemente violente ed offensive, in barba alla libertà di espressione e di pensiero sancite dalla Costituzione. Di fronte a questo abuso, il resto della tifoseria vicentina ha solidarizzato ed uscendo dal settore ospiti, ha subito una carica della polizia. E' in questo contesto che otto tifosi vicentini sono stati diffidati per aver cantato dei cori considerati offensivi nei confronti delle forze dell'ordine. E' chiaro che il nodo non sono i cori, perchè gli stessi cori vengono cantati da migliaia di persone tutte le settimane negli stadi, quello che si è voluto colpire è l'atto di "ribellione" della tifoseria vicentina. All'interno della trasformazione del calcio da sport a show, i tifosi devono diventare dei clienti e dei consumatori omologati e compatibili, la passione viene fidelizzata attraverso una tessera e la libertà viene sempre più ristretta da leggi speciali. Chi vive il calcio e lo stadio come momento di aggregazione e socialità non può essere accettato.  Non capiscono invece che se tolgono passione e socialità dallo stadio, il calcio verrà sempre meno seguito e perderà il fascino che lo ha reso lo sport più amato nel nostro paese. Il calo drastico di presenze e di abbonamenti non dovrebbe già far riflettere?

POLISPORTIVA INDEPENDIENTE

Il bilancio di fine campionato di Olol

Giunti a fine campionato, è ora di fare i primi bilanci. L’Independiente è 
stata sicuramente una scommessa, in cui Carlo Francesca e Teo, che bisogna 
doverosamente e sinceramente ringraziare, hanno fermamente creduto. Una 
scommessa non semplice, quella di costruire (in tutta fretta, tra l’altro) una 
squadra di calcio che puntasse a ridefinire categorie ormai consolidate nell’
ambiente sportivo, ad ogni livello. Un calcio fatto di rispetto, per sé stessi 
e per gli avversari, non condizionato dal risultato ad ogni costo, capace di 
proporre un concetto di sana competitività al posto di un agonismo sfrenato. Un 
modo di intendere il calcio, e lo sport in generale, che funge anche da 
“palestra” nei rapporti extrasportivi, nella vita quotidiana, nelle relazioni 
sociali di ognuno di noi. 
Queste premesse servono ad inquadrare meglio cos’è stata la costruzione di una 
squadra dallo spirito inclusivo, antirazzista, attenta a quanto succede all’
esterno. Abbiamo chiuso il campionato dandone una dimostrazione, scendendo in 
campo con il lutto al braccio e con uno striscione in memoria del povero 
Vittorio Arrigoni. L’Independiente è in quello striscione, in quel minuto di 
silenzio, in quell’abbraccio collettivo coi giocatori della squadra avversaria, 
che si sono fatti coinvolgere in questo omaggio a chi ha dato la vita per 
costruire un mondo diverso e migliore. Il risultato sportivo, a questo punto, 
era un elemento secondario. 
Certo, a nessuno piace perdere, non siamo mai scesi in campo per offrirci come 
agnello sacrificale. I risultati sportivi sono stati dignitosi, essendo il 
primo campionato disputato, e da questo si riparte per il Trofeo Primavera e 
per il prossimo campionato.
Tanti sono stati i problemi che si sono dovuti affrontare. Infortuni, anche 
piuttosto seri, defezioni, a volte poca voglia di sacrificio da parte di 
qualcuno, ma tutto sommato la squadra ha dimostrato di poter competere con 
squadre ben più attrezzate e navigate, togliendosi anche delle belle 
soddisfazioni. Rimane l’incredibile dato della mancanza di vittorie sul campo 
“amico” di S. Agostino. Evidentemente giocare alla domenica, con una squadra 
così giovane, è stato penalizzante oltre misura, ma ormai è andata così.
Cresceremo, cercheremo di migliorare sotto l’aspetto squisitamente sportivo 
già a partire dal Trofeo Primavera, che ci vedrà impegnati il prossimo mese di 
maggio. C’è una finale allo stadio Menti da conquistare.
Intanto possiamo dire, con una punta di orgoglio, che l'Independiente è stata 
tra le squadre più corrette del girone e dell’intero settore calcio dell’AICS, 
risultato conquistato grazie ai presupposti che citavo all’inizio. Mi sembra un 
ottimo modo di presentarsi all'esterno, così come mi sembra importante dare 
risalto all’appuntamento del Mondialito Antirazzista, di cui l’Independiente è 
promotore e organizzatore, che si svolgerà il 22 maggio presso il campo di via 
Baracca a Vicenza. 
Non è ancora tempo di saluti e congedi, quindi, ma permettetemi di fare gli 
auguri ai ragazzi infortunati, Viruz e Murat, contando di riaverli con noi al 
più presto. Chiudo salutando e ringraziando per la loro passione la nostra 
“curva”, i nostri amici-tifosi: continuate a seguirci. Hasta la victoria, 
speriamo.
¡Que Viva Independiente! 

Olol

sabato 16 aprile 2011

Ciao, Vik!

venerdì 15 aprile 2011

Vorrei la pelle nera...

"Vorrei la pelle nera" è il titolo della campagna lanciata dalla Federazione Italiana Pallacanestro in seguito al gravissimo episodio di razzismo verificatosi durante la partita tra Pool Comense e Geas Sesto San Giovanni, gara di play off della serie A femminile. La tifoseria comasca ha pesantemente insultato e fischiato con ululati razzisti la cestista Abiola Wabara, italianissima giocatrice nata a Parma da genitori nigeriani, che milita nella Geas.
A fine partita la giocatrice, mentre rientrava negli spogliatoi è stata avvicinata dai tifosi comaschi, che l'hanno bersagliata con una raffica di sputi ed insulti razzisti. A nulla sono valse le richieste del presidente della Geas, che ha chiesto di sospendere la partita, infatti l'arbitro ha fatto proseguire l'incontro. La cosa incredibile è che gli insulti e i cori non sono stati refertati dall'arbitro, quindi il giudice sportivo non ha preso provvedimenti disciplinari. La versione dei tifosi comaschi oltre a respingere le accuse di razzismo, pretende addiritura le scuse di Wabara come si può leggere da un loro comunicato "I cori razzisti, benchè asseritamente ripetuti per tutta la partita, non li ha sentiti gli arbitri che niente hanno riportato a referto nè sono stati sentiti dai dirgenti della società comasca nè dal migliaio di spettatori presenti. La verità è che la giocatrice, a fine partita è andata verso i tifosi con fare minaccioso e mostrando ripetutamente il dito medio, a quel punto probabilmente si è accorta di aver esagerato e di rischiare una squalifica e si è giustificata con la provocazione dei cori razzisti". In poche parole un misto tra passar per vittime e la classica linea difensiva "l'abbiamo insultata non perchè è nera, ma perchè è un pezzo di merda" che si è sentito tantissime volte dire quando scoppiò il caso dei cori razzisti nei confronti di Balotelli.
Ma come ha reagito il mondo del basket? A livello di federazione, è stata lanciata la campagna "Vorrei la pelle nera", la quale prevede che tutte le componenti del movimento (giocatori, dirigenti, tifosi) in occasione della prossima giornata di campionato, colorino la propria pelle con un segno nero, ben visibile, in rappresentanza dei colori di tutte le etnie. Si può discutere all'infinito sul fatto che questa iniziativa sia o meno di facciata, che non può essere un episodio sporadico, che poteva essere organizzata prima, però bisogna dire nel calcio ad esempio non è mai stato fatto nemmeno questo. Solo una volta una decina di anni fa i giocatori del Treviso scesero in campo con la faccia dipinta di nero in solidarietà a un loro compagno di squadra nero vittima di cori razzisti. Tuttavia fu un'iniziativa isolata di una squadra. Nessuno di fronte ai recenti gravi episodi di razzismo avvenuto nei campionati giovanili del Trevigiano si è sognato di proporre un'iniziativa come quella della Federazione della Pallacanestro.
Ci sono due aspetti da sottolineare su questa vicenda. Il primo è che questo episodio è avvenuto in un palazzetto di pallacanestro e non in uno stadio di calcio. Episodi di razzismo si sono verificati anche nel hockey su ghiaccio e si stanno diffondendo in altri sport. E' importante alzare la guardia anche sugli sport meno seguiti rispetto al calcio, considerati forse troppo ingenuamente immuni dal razzismo. Inoltre l'aumento di episodi di razzismo e violenza nel basket e nell'hockey è collegato con il fatto che sempre più ultras delle curve calcistiche italiane, esclusi per daspo e leggi repressive dagli stadi, si sono trasferiti nei palazzetti. Questo fatto è la dimostrazione che le politiche repressive, diffide, tessera del tifoso non risolvono il problema della violenza, ma lo spostano dagli stadi ai palazzetti, dove sicuramente fa meno notizia.
Il secondo aspetto da evidenziare è che il mondo del basket, al di là dell'iniziativa della Federazione, tende a minimizzare il problema, a non dar troppo peso alla vicenda di Abiola. C'è sempre nel mondo dello sport questa tendenza a non voler far autocritica, a non voler riconoscere i fenomeni negativi. Questo vale per il razzismo, ma si può applicare anche per il doping o le scommesse. Ad esempio Paolo De Angelis, dirigente del Famila Schio, squadra di A1 di basket femminile dichiara "Personalmente  io credo che nel basket non ci sia questo odio verso le persone di colore, anzi nel basket lo spettacolo viene proprio da loro. Sicuramente ci sarà stato qualche coro, qualche insulto sporadico e isolato, ma da qui a dire che c'è stata un'autentica  e palese azione razzista di tifosi è difficile da valutare. Credo inoltre che la stampa nazionale in generale abbia dato troppa importanza a questo fatto, forse potrebbe scrivere un po' più di basket giocato ". Interessante poi come la pivot del Famila Schio, Yacoubou Dehoui, nata in Benin di nazionalità francese, minimizza sulla vicenda di Abiola "Come vivo questa situazione? Anch'io sono nera, anch'io in Francia ho subito qualche offesa, ma sinceramente non ci ho mai fatto caso, d'altra parte sono così, sono di questo colore e difficilmente posso cambiarlo. Bisogna farne una ragione. Tutto questo fa un po' parte del gioco, lo sai che puoi essere presa di mira, ma per esempio anche a Betta Moro (giocatrice del Familia n.d.a.) quando siamo andati a Taranto non ha ricevuto tanti complimenti... ripeto fa parte del gioco
No, dire "negra di m..." non fa parte del gioco...

mercoledì 13 aprile 2011

Independiente-Ars Audax 1-2

Un film già visto. Come al solito la maledizione del campo di Sant'Agostino colpisce e non si è riusciti a sfatare questo tabù. 8 partite giocate su questo campo e due punti conquistati, eppure questa volta l'Independiente il secondo tempo l'ha dominato, senza però concretizzare la netta superiorità.
L'Independiente parte molto bene e si presenta facilmente in area avversaria, si ha la sensazione che questa volta sia la volta buona, ma invece niente da fare, sia Piero che Gabriel non concretizzano.
Incredibilmente arriva il vantaggio ospite, da metà campo l'attaccante avversario prova un pallonetto tiro della domenica che si insacca a fil di traversa, che batte Dennis leggermente fuori dai pali. E' evidente che il gol è il classico "colpo di culo che se ci riprova altre 100 volte non riesce", ma intanto è gol e l'Independiente come suo classico va in bambola regalando il primo tempo agli avversari che trovano pure il raddoppio su rigore netto. Sotto di due gol e nessuna reazione, per fortuna che l'arbitro manda tutti negli spogliatoi.
Il secondo tempo è tutta un'altra musica, Independiente convinto attacca e segna subito con Andrea che sfrutta una corta respinta del portiere. Passa pochissimo e l'Independiente si guadagna pure un rigore, è la grossa occasione per pareggiare, Matia tira, il portiere para ma non trattiene, arriva Piero per il classico e semplice tap-in in ribattuta, solo che decide di spedire la palla a Monte Berico e divorarsi così il pareggio. Il resto della partita è un continuo attaccare, costruire, arrivare dentro in area, ma poi manca l'ultimo tocco, il cinismo e quel essere spietati sotto porta che spesso  manca. Dopo una serie di occasioni mangiate, l'arbitro fischia la fine e manda tutti negli spogliatoi. Per fortuna le partite a Sant'Agostino son finite...

martedì 12 aprile 2011

Giovedì presentazione "Che razza di tifo"



Una piccola anticipazione dei temi della serata

giovedì 7 aprile 2011

Domenica Quarto Tempo al Bocciodromo

Domenica 10 aprile al termine della partita Independiente-Ars Audax si terrà al Bocciodromo a partire dalle ore 17.00 il Quarto Tempo con musica, giochi in tavola, calcetto. Alle 20.30 verrà proiettato "Maradona by Kusturica", film di Kusturica viaggio nel pianeta Maradona, l'uomo, il calciatore, la politica, Napoli, Cuba e tanto altro ancora.

mercoledì 6 aprile 2011

Bpv Dipendenti-Pol. Independiente 3-2

Perdere con la seconda in classifica è un risultato che metti in preventivo a maggior ragione poi se la squadra viene dal Torneo del Sabato e gioca un bel calcio. Il risultato lascia invece l'amaro in bocca per come è maturata questa sconfitta. Infatti l'Independiente era in vantaggio per 2-1 fino a pochi minuti dal termine, poi due errori a centrocampo hanno regalato due gol agli spietati attaccanti della banca. Peccato, perchè la prestazione della squadra è stata da incorniciare soprattutto il primo tempo. C'è da dire che la squadra vista in campo lunedì sera ha dimostrato un volto completamente diverso rispetto alle ultime deludenti prestazioni, evidente segno che quando impegno e concentrazione sono presenti si possono fare grandi cose. La Bpv è andata in vantaggio subito, ma poi è completamente sparita nel primo tempo. Sembrava l'Independiente la seconda in classifica per gioco espresso, aggressività, scambi in velocità e tenuta di campo. Piero trova subito il pareggio. Gabriel dopo aver scartato mezza difesa si dimentica di tirare e l'azione sfuma. La superiorità si concretizza all'inizio del secondo tempo con il gol del vantaggio di Matia. Alla lunga nel secondo tempo la Bpv prende il pallino del gioco e fa pressione, ma tutto sommato l'Independiente regge. Poi arriva il patatrac. Non sono stati due errori clamorosi, ma è bastato perdere due palle a centrocampo e sbagliare un fuorigioco e la Bpv ha sfruttato alla perfezione gli errori dell'Independiente. Merito agli avversari per essere stati bravi a non lasciarsi scappare questi due regali, insegnamento per l'Independiente che deve imparare a non concedere nulla, soprattutto ad avversari forti.
Comunque al di là del risultato bisogna fare i complimenti alla squadra. Impegno e voglia di riscatto non sono mancati, anzi e questo è l'aspetto più importante. A volte delle pause di riflessione servono a ricaricare l'ambiente e con la Bpv si è visto.